PERSONE NON NUMERI. L’ACCORDO PESSIMO TRA ITALIA E ALBANIA È FIGLIO DI 15 ANNI DI POLITICHE MIGRATORIE LIBERTICIDE
di Fabrizio Baggi, Segretario regionale Prc/SE Lombardia
Ci risiamo e su questo tema proprio non ce la faccio a tacere. Sto leggendo da giorni comunicati ed articoli fatti uscire dai partiti, dai raggruppamenti politici appartenenti al sedicente centrosinistra e dalle loro associazioni stampella che si scagliano contro il Governo per via dell’ennesimo scempio dei diritti umani contenuto nell’accordo stretto tra Italia e Albania atto alla “delocalizzazione” dei trattenimenti illegittimi delle persone che, attraverso il Mediterraneo, rischiano la vita per raggiungere le coste del nostro Paese.
Sgombriamo il campo: il protocollo d’intesa siglato ieri da Giorgia Meloni e dal primo ministro albanese – che di fatto lede ancora di più il diritto d’asilo – senza nemmeno un vero passaggio parlamentare è l’ennesima vergognosa misura attuata sulla pelle di persone trattate a pesci in faccia dall’Italia e dalla fortezzaEUROPA e chi ha sempre condannato le politiche migratorie a dir poco liberticide e criminali degli ultimi 15 anni ha il sacrosanto diritto di ribadirlo con forza.
Dove sta quindi il problema rispetto a certe dichiarazioni che in questi giorni occupano le pagine dei giornali cartacei e le testate online? Il problema sta nella coerenza; il Partito Democratico che oggi “grida allo scandalo” è quella stessa forza politica, non dimentichiamolo mai, che attraverso il Ministro dell’Interno Marco Minniti è stata protagonista della prima esternalizzazione, quella dei confini e delle frontiere assassine, inventando il memorandum Italia-Libia che, rinnovato di governo in governo ha, dal 2017 ad oggi, da un lato finanziato ed armato la guardia costiera libica e le sue vere e proprie cacce all’uomo nel Mediterraneo e dall’altro, messo il nostro Paese nei panni di essere il finanziatore dei centri di detenzione (lager) costruiti nel paese nordafricano al fine di “impedire le partenze con ogni mezzo” e di essere quindi il mandante delle violenze e degli stupri quotidiani che si consumano in quei luoghi infernali.
Quello stesso Governo a targa PD fu l’artefice della creazione dei CPR (centri di permanenza per il rimpatrio) ovvero dei centri di detenzione amministrativa dove vengono violati tutti i basilari diritti umani e dove vengono rinchiuse persone che non hanno commesso reati ma che semplicemente sono sprovviste di documenti. Persone, insomma, che per Minniti e soci erano “illegali”.
Inoltre va ricordato che l’attuale decreto anti ONG di Meloni e Piantedosi – quello che ostacola i salvataggi vietando il “soccorso multiplo” ed obbligando ad accettare il primo “porto sicuro” normalmente assegnato a centinaia di miglia dalle zone SAR (zone di ricerca e soccorso) altro non è che la messa in legge del fu regolamento sottoposto alle imbarcazioni della flotta civile nel 2017 sempre dal Ministro Minniti. Le navi che non lo sottoscrivevano già allora erano messe nell’impossibilità di effettuare i salvataggi in mare.
Il Governo Meloni ci ha poi messo del suo e, per quanto riguarda i CPR ad esempio, ha aumentato il tempo massimo di permanenza (detenzione/trattenimento), rinchiudendoci non solo le persone “senza documenti” ma anche i richiedenti asilo in attesa del verdetto della Commissione – a meno che non siano disposti a pagare 5000 € di “pizzo di stato”– ed ha quindi peggiorato la situazione, ma il lavoro gli è stato semplificato dal fatto che non ha dovuto inventare nulla ma semplicemente agire su un sistema di politiche migratorie già inaccettabile che i vari governi, ed i vari ministri dell’interno degli ultimi anni – Minniti (PD), Salvini (Lega), Lamorgese (PD), Piantedosi (FdI) avevano ampiamente strutturato.
Non si può essere “i paladini della Dichiarazione universale dei diritti umani” quando si sta all’opposizione e fare i CPR quando si sta al governo.
Esiste anche la coerenza! Quella coerenza con cui la sinistra radicale e alternativa ai poli esistenti dice la stessa cosa da sempre: servono libera circolazione delle persone, canali legali e sicuri di accesso, corridoi umanitari, ripristino del sistema SPRAR per un’accoglienza diffusa e non ghettizzante attraverso i grandi centri isolati, ripristino della protezione umanitaria, abrogazione della legge Bossi-Fini e del reato di clandestinità e superamento del trattato di Dublino che obbliga i richiedenti asilo ad avanzare domanda di protezione internazionale – l’unica attualmente richiedibile fatto salvo della protezione speciale inserita al posto dell’umanitaria dal governo gialloverde (Conte-Salvini-Di Maio) dai requisiti praticamente irraggiungibili – nel paese di primo approdo il che mette delle persone che scappano da morte, fame, guerra, crisi climatica e miseria, che hanno rischiato la vita prima nel deserto e poi nei lager libici e nel viaggio che attraversa il Mediterraneo nella condizione di dover scegliere se non poter più lasciare il paese raggiunto anche se non era lì che avevano intenzione di andare, a Como nel corso dell’estate 2016 ne abbiamo conosciuti tantissimi in questa condizione, oppure entrare nel circuito della clandestinità con tutti i rischi che la cosa comporta.
Coerenza, coerenza e credibilità, questo mi sento di chiedere a tutte quelle organizzazioni che predicano bene nei movimenti antifascisti e antirazzisti e razzolano male ad ogni appuntamento elettorale.
Persone non numeri, Persone non pezzi di campagna elettorale!