COMO/2 febbraio/ Csf/ Presidio democratico in concomitanza con il processo a Veneto fronte skinhead
Tale udienza dovrebbe essere quella definitiva in cui dovrebbe essere pronunciata la sentenza e riconosciuta la responsabilità dei tredici neonazisti autori dell’irruzione.
Del resto quell’azione fu contestualmente rivendicata senza alcun pudore, in piena e totale continuità con lo “stile” del gruppo, protagonista di altre azioni simili nelle regioni dell’Italia settentrionale: solo poche settimane fa il Veneto fronte skinheads è stato condannato a Modena per l’irruzione in un centro di assistenza ai migranti.
Abbiamo sempre inteso questa azione come un atto di violenza contro i diritti delle persone e contro i principi democratici sanciti dalla Costituzione repubblicana. Per questo nel corso del processo sono state richieste non solo le costituzioni di parte civile delle persone fisiche (coloro che erano effettivamente presenti quella sera all’assemblea) ma anche quella delle associazioni e dei partiti aderenti alla rete (almeno due delle quali sono state ammesse: Anpi e Arci). Per questo abbiamo sempre criticato la “non decisione” del Comune di Como (proprietario del luogo dove i fatti sono avvenuti) di non costituirsi parte civile, così come riteniamo grave anche il fatto che non tutte le realtà richiedenti abbiano vista riconosciuta la richiesta di costituirsi parte civile (tra queste – tutte partecipanti a Como senza frontiere – la Cgil Camera del Lavoro di Como, l’associazione Luminanda, il Partito della Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana).
Per questo abbiamo “accompagnato” tutti gli appuntamenti di questo lungo iter del processo con ripetute presenze democratiche: per sottolineare che quella “violenza privata” è originata dalla violenza contro la democrazia e contro i diritti.
Anche mercoledì 2 febbraio, in occasione dell’apertura dell’udienza, dalle 14 alle 15, saremo presenti in viale Cesare Battisti, di fronte al Tribunale, per un presidio democratico, a cui parteciperà anche Saverio Ferrari, dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre.