L’editoriale di #inforifo di questa settimana. A questo link tutti i numeri scaricabili in formato pdf

La logistica rappresenta “efficacemente” il livello di barbarie del capitalismo: le lotte dei lavoratori vanno fermate, a tutela dei profitti, dello sfruttamento, dei bassi salari e della precarietà. Costi quel che costi: è questa la strategia di padroni che, ormai, sono ormai sempre più indistinguibili dalla criminalità organizzata. Si è visto a Piacenza, alla FedEx Tnt, con le cariche, gli arresti, i fogli di via e le sanzioni contro gli scioperi; a San Giuliano e a Lodi, con le aggressioni armate di body guard e crumiri; a Tavazzano, alla Zampieri, dove vigilantes hanno aggredito, con lunghi pezzi di legno ricavati dai bancali, i lavoratori presenti al presidio del Si Cobas.
E ora l’omicidio di Adil Belakhdim, travolto da un tir e trascinato per almeno venti metri, mentre partecipava a un picchetto davanti al centro distribuzione della Lidl di Biandrate, in provincia di Novara. Adil era il coordinatore della sede di Novara del Si Cobas e membro del coordinamento nazionale. Si è trattato, perciò, di un’escalation a suon di violenza, tensioni e intimidazioni, in cui sono chiare e gravissime le responsabilità del governo, in tutta evidenza amico dei padroni. Basti pensare che il ministro Giorgetti – malgrado la situazione infuocata che attraversa tutta la logistica, e i ripetuti e gravissimi soprusi nei confronti dei lavoratori, nel caso in particolare della FedEx Tnt – non ha mai incontrato i Si Cobas, ma solo l’impresa. Soprattutto, il governo è responsabile di quanto è accaduto perché non modifica le leggi inique che hanno trasformato il mercato del lavoro in un far west senza diritti e con salari da fame, e lascia che la polizia si alterni con i vigilantes nel massacrare i lavoratori.
L’omicidio di Adil riporta alla memoria un’altra tragedia capitata cinque anni fa a Piacenza, quando, nel settembre del 2016, Abd Elsalam Ahmed Eldanf, facchino, iscritto Usb, venne travolto da un tir all’esterno della Gls, mentre era in corso una vertenza con i vertici dell’azienda. Per la procura si era trattato di un incidente, di una fatalità…
Marco Revelli, a ragione, ha parlato in queste ore della logistica come del “vero cuore nero del capitalismo italiano”, sottolineando che quanto sta avvenendo è solo un “anticipo di come questi padroni intendano la ‘ripartenza’ e interpretino la fine del blocco dei licenziamenti”.
Per tutto questo la lotte dei facchini sono – e devono sempre più diventare – le nostre lotte. Per tutto questo, Adil, originario del Marocco, sposato con Lucia, due figli di sei e quattro anni, era uno di noi.
Uniamo ciò che il capitalismo e i padroni provano quotidianamente, con lo sfruttamento e a dividere.