RIFONDAZIONE: BOOST DI SAN PAOLO D’ARGON (BG) (EX LEDIBERG): DIFENDIAMO IL LAVORO E IL SALARIO!
Esprimiamo grande preoccupazione per la confusa situazione che si è creata alla Boost, la principale industria come numero di occupati nel nostro territorio, a seguito dei ritardi nel pagamento degli stipendi. Ora le organizzazioni sindacali hanno denunciato sulla stampa la mancanza di una prospettiva industriale per mettere in sicurezza l’attività degli stabilimenti del gruppo (San Paolo d’Argon, Cenate Sotto e Tolentino nelle Marche) e i relativi posti di lavoro (oltre un migliaio).La Boost è un’azienda che anche in questo periodo potrebbe lavorare, produrre, avere rientri e guadagni, perché ha commesse, ma nonostante ciò si trova, misteriosamente, in difficoltà operative e finanziarie.Negli ultimi anni abbiamo constatato come tutto il settore della cartotecnica, una delle più significative e storiche eccellenze del panorama industriale della bergamasca, abbia subito numerosi cambiamenti proprietari, in un vorticoso e opaco processo di acquisti e vendite tra gruppi economici da cui è scaturita la Boost, che ha assorbito aziende quali Lediberg, Bolis, il Arti Grafiche Johnson. Su tale processo, che non è stato indolore per i lavoratori e che ha già portato a ristrutturazioni aziendali e alla perdita di posti di lavoro, andrebbe fatta piena luce. Ci domandiamo infatti se esistono delle responsabilità per questa crisi che si annuncia e di chi sono.La preoccupazione è che ora lo stato di sofferenza finanziaria in atto alla Boost venga preso a pretesto dal sistema imprenditoriale, finanziario e politico per effettuare ulteriori ristrutturazioni e razionalizzazioni aziendali che possono anche sfociare nel taglio di altri posti di lavoro. Come al solito le crisi le pagano i lavoratori e le loro famiglie.Un processo generalizzato in tutta Italia in queste settimane. Infatti, dopo lo sblocco dei licenziamenti deciso dal governo Draghi, il padronato ha dato corso a pesanti interventi ristrutturativi in numerose aziende: l’intenzione è quella di fare più profitti riducendo l’occupazione e rendendo il lavoro più pesante e precario. In qualche caso arrivando sino alla chiusura e alla delocalizzazione all’estero delle aziende. Sono le classiche porcate che il padronato e i governi fanno in luglio e agosto quando l’opinione pubblica è più distratta. Chiamiamo tutti alla massima vigilanza e mobilitazione, perché a questa prospettiva dobbiamo opporci con tutte le nostre forze.Il salario e l’occupazione non si toccano. Difendiamoli con l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici.
Rifondazione Comunista Bergamo e provincia
Prima le Lavoratrici e i Lavoratori
