RIFONDAZIONE: MAIER CROMOPLASTICA, COME LA PROPRIETÀ HA OPERATO PER LO SMANTELLAMENTO DELLA FABBRICA BERGAMASCA. LA LOTTA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI CONTINA

Da quando la multinazionale spagnola “Maier”, appartenente al gruppo “Mondragon”, è entrata nella proprietà della “Cromoplastica” di Verdellino, prima con il 50% e poi acquisendo la maggioranza da circa 2 anni, ha lavorato scientemente per eliminare questa fabbrica che una volta era uno delle sue principali concorrenti.

Come raccontano gli operai e le operaie al presidio, gli occupati sono drasticamente diminuiti attraverso il licenziamento di quelli di cooperativa. La proprietà spagnola/basca, la “Maier group” è di Guernica (la città basca distrutta dagli Stukas tedeschi e immortalata dal bellissimo quadro di Picasso), ha favorito la riduzione delle commesse, eliminando importanti clienti nel settore della rubinetteria e limitando la clientela al settore, in crisi, dell’automotive. Ha ridotto l’utilizzo degli impianti di cromaggio ad uno su tre. Ha favorito, contro la volontà dei lavoratori e delle lavoratrici che ne denunciavano l’incongruenza, errori grossolani nella produzione che determinavano il ritorno al mittente di prodotto finito ma fallato da parte di molti clienti. Hanno fatto venire alcuni tecnici dalla Spagna per imparare il metodo di lavoro di Verdellino e portarlo in Spagna (insomma per acquisire la conoscenza e portarla via). Fino alla sotrazione dallo stabilimento di Verdellino di 5 stampi, avvenuto notte tempo in modo clandestino, 3 sabati fa. Questa è la narrazione che le lavoratrici e i lavoratori incazzate/i e indignate/i ci raccontano al presidio.  Gli operai e delle operaie di Verdellino sono maestranze altamente qualificate nel settore dello stampagggio e della cromatura con esperienza lavorativa nella fabbrica di circa 20/25 anni. Lavoratrici e lavoratori che in questa fabbrica somo cresciuti, ci hanno messo ingegno, sapere, competenza e cuore e oggi vengono ripagati in questo modo. Il rischio è che ancora una volta nella nostra realtà bergamasca, come è avvenuto negli ultimi due decenni con molte fabbriche come la “Donora Candy” di Cortenuova (e prima quella di Alzano) la “Frattini” di Seriate e più recentemente la “Sematic” di Osio Sotto (per brevità ne abbiamo omesse tante altre, per esempio, nel distretto del tessile) si perda lavoro e lavoratori/trici di qualità, di alta qualità, si perda conoscenza e sapere produttivo. Si impoverisca insomma il tessuto produttivo e di conseguenza sociale della nostra terra. Il tutto per favorire le speculazioni di un padronato fellone che si arricchisce e compete non sull’innovazione ma sulla drastica riduzione del costo del lavoro. Il tutto permesso dall’ignavia di un governo e di una regione incapaci di approvare, come invece avviene in Francia e in Germania, una legge che vieta e punisce chi delocalizza, obbligandoli a ritornare indietro tutti i finanziamenti pubblici ricevuti e mantenendo i siti a destinazione produttiva così da evitare speculazioni sulle aree dismesse. Si tenga conto che anche la “Maier Cromoplastica” ha ricevuto importanti contributi regionali per la bonifica ambientale.

Alla faccia di chi grida ai quattro venti “prima Bergamo e i bergamaschi” ma non ha mai fatto nulla, dal proprio ruolo di comando politico, per contrastare questa logica padronale, anzi.

Quello della “Maier Cromoplastica” è un progetto, costruito a tavolino   da una proprietà, ma sarebbe meglio utilizzare un vecchio termine, padrone, che non ha a cuore il lavoro ma solo il proprio profitto.

BLOCCHIAMO QUESTO PROGETTO PADRONALE, CONTINUIAMO A SOSTENERE LA LOTTA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELLA “MAIER CROMOPLASTICA” E DEI SINDACATI FIOM E FIM.

TUTTE/I AL PRESIDIO DI VERDELLINO IN VIA MADRID.

Come Rifondazione Comunista abbiamo presentato una interrogazione parlamentare e continueremo ad essere presenti, con le nostre compagne e i nostri compagni, al presidio.

Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea – Federazione provinciale di Bergamo