Dopo la TEEM un nuovo sfregio al Parco Agricolo Sud Milano L’inutile e dannosa Tangenziale Vigevano-Magenta.
di Vincenzo Vasciaveo.
Dopo un lungo periodo di silenzio, che aveva fatto ben sperare i cittadini e le cascine coinvolte, nella scorsa primavera è “resuscitato” il “nuovo” progetto ANAS Magenta/Vigevano. Si tratta di uno stralcio della antica ipotesi di TOEM (Tangenziale Ovest Esterna Milano) che avrebbe dovuto collegare a ovest il Sud Milano con la Malpensa, tagliando di netto la parte sud ovest del Parco Sud, distruggendo territorio agricolo e danneggiando di fatto decine di Cascine sia del Parco Sud che del Parco del Ticino. Dopo anni di lotte da parte dei Comitati NO TANG dei due Parchi, sostenute da molte associazioni tra cui LegaAmbiente, Il DESR Parco Sud, i Distretti Agricoli Riso e Rane e delle Tre Acque e altre, questa opera inutile e dannosa sembrava essere finita nei cassetti. Invece in estate scorsa il CIPE ha incluso il progetto stralcio Anas Magenta/Vigevano nello schema quadro di programma ANAS 2015/2019, finanziandolo con 118 milioni di euro. Una parte importante dei Comuni coinvolti (Albairate, Cassinetta di Lugagnano, Cisliano e Cusago) e i due Enti Parco hanno da subito espresso contrario a questa infrastruttura, proprio a partire dall’esigenza di difesa del suolo agricolo e del paesaggio.Ventuno Aziende Agricole hanno espresso con precisione i numerosi effetti negativi che la strada provocherebbe e che val la pena riportare:
“Il collegamento viabilistico Vigevano-Albairate-Magenta-Malpensa interessa un territorio pregiato sotto il profilo della produzione agricola, caratterizzato dalla presenza di numerose cascine secolari, nelle quali vivono e lavorano ormai da diverse generazioni le medesime famiglie di agricoltori, si tratta di famiglie storiche, alcune proprietarie, altre in affitto, che hanno speso la propria vita al miglioramento funzionale delle aziende anche attraverso significativi investimenti per l’ammodernamento delle strutture aziendali e le sistemazioni idraulico-agrarie.
Ci troviamo di fronte a un modello aziendale sviluppatosi nel corso dei secoli, contraddistinto da vasti appezzamenti di terreno coltivati e irrigui, aziende di medie e piccole dimensioni che hanno conservato con cura i paesaggi agrari.
Questa struttura aziendale viene messa in discussione da un progetto infrastrutturale che divide i fondi agricoli, rendendoli meno competitivi.
Interrompe la continuità dei campi, rendendo più elevati i costi per la loro gestione e genera aree marginali da raggiungere e coltivare e del reticolo irriguo (rogge e fontanili), vera ricchezza di questo territorio, mettendo a rischio un sistema di irrigazione per scorrimento tipico di questi luoghi e di fondamentale importanza per garantire la fertilità e la produttività della terra.
Per le aziende zootecniche la minor superficie coltivabile dovuta al consumo di suolo indotto dalla superstrada si traduce in una minor capacità di autoproduzione dei foraggi per l’alimentazione del bestiame da latte, quindi in una maggior dipendenza dal mercato con conseguente aumento dei costi aziendali”
Per l’intera presa di posizione: http://www.notangenziale.org/gli-agricoltori-dicono-progetto-anas-devastanti-i-danni-per-settore-lambiente-futuro-territori.
Storicamente i Comuni avevano anche prodotto proposte alternative alla TOEM che, valorizzando il trasporto pubblico e attenuandone drasticamente l’impatto, erano in grado di risolvere adeguatamente le problematiche legate alla mobilità nel territorio. La Città metropolitana, dal canto suo, dopo avere essa stessa espresso parere negativo sullo stralcio, ha poi avanzato una propria proposta che, seppur riducendo in parte il danno, ripropone parzialmente il progetto ANAS nella prima parte del tracciato, con ciò acconsentendo di fatto ad un primo passo per la realizzazione dell’intero progetto. Diversamente la proposta avanzata dal Parco del Ticino, a parere dei Comitati, potrebbe rappresentare un punto di partenza per una soluzione diversa. La Regione Lombardia sostiene invece a piè sospinto ed integralmente il progetto Stralcio, come se non ci fosse nulla da imparare dallo spreco e dall’inutilità della TEEM e della Bre.Be.Mi.
I Comitati comunque sollevano due questioni cruciali:
– la necessità di trasparenza di informazioni delle proposte da parte dei soggetti territoriali che le avanzano e coinvolgimento dei cittadini e degli agricoltori del territorio;
– la richiesta, se si vuol discutere, di preventivo annullamento del progetto ANAS
Inoltre preannunciano nuove mobilitazioni e ricorsi legali per bloccare la realizzazione della Vigevano/Magenta, in quanto affermano essere l’anello di congiunzione della futura TOEM con Malpensa e di chiusura dell’anello esterno delle tangenziali milanesi. Va quindi sostenuta questa lotta, proprio perché si pone in netta alternativa ad un modello di sviluppo che, nell’anno di Expo (altra contraddizione palese), fa del consumo di suolo agricolo un obiettivo, a favore di infrastrutture costose e senza senso, quando invece il territorio agricolo dovrebbe essere gelosamente conservato ed anzi progressivamente riconvertito ad agricoltura ecosostenibile per costruire Sovranità Alimentare. Infatti, così come è stato per la TEEM, un cui svincolo ha per esempio distrutto un’area agricola della Brianza su cui aveva trovato realizzazione una filiera del grano ( e su cui è stato fatto un ricorso alla Corte Europea), anche alcune delle aziende coinvolte in questo progetto vedono azzerare o drasticamente ridimensionare territori agricoli su cui si stanno producendo filiere cerealicole e ortofrutticole biologiche importanti in ottica di agroecologia, per ricostruire una relazione città-campagna improntata alla Sovranità alimentare e alla salubrità del territorio e delle sue risorse.