RIFONDAZIONE: CONCESSIONI, SERTORI SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI

Per contrapposizioni di interessi politici ed elettorali tra Fratelli d’Italia e Lega, è stato rinviato all’esame del Consiglio dei ministri il decreto Energia, contenente al terzo punto il tema del rinnovo delle grandi concessioni. Intanto, nel passare degli anni, di proroga in proroga, le multinazionali dell’energia hanno potuto continuare a turbinare le acque e a realizzare ingenti profitti, lesinando sulla manutenzione e sugli investimenti e permettendosi in alcuni casi di non corrispondere neanche quanto dovuto (vedi la sentenza contro A2A del Tribunale delle acque pubbliche di Venezia) .Lo stallo pluriennale che si è determinato è responsabilità dei governi che si sono succeduti, di centrodestra, di centrosinistra e “tecnici di unità nazionale”

L’ESCAMOTAGE SERTORI

È molto probabile che la proposta prospettata da Regione Lombardia per bocca dell’assessore Sertori (introdurre un quarto tipo di gara in cui le regioni hanno la possibilità di contrattare una nuova concessione con i concessionari uscenti) sia un pre-accordo sottobanco che consente alla Lega di uscire con “onore” da un confronto che l’ha vista soccombente. Cosa che le consentirebbe di mantenere un ruolo nelle regioni del Nord, conservando in parte quanto conquistato con la regionalizzazione dell’idroelettrico (legge 12 dell’11.02.2019). Sul rischio che questa soluzione possa dar luogo ad un prolungamento nel tempo dell’attuale situazione, le preoccupazioni espresse dal Comitato Grande Idroelettrico (paralisi delle gare, blocco investimenti ecc.), sono comprensibili, ma la questione dell’idroelettrico non può essere affrontata facendo appello alla Bolkestein, la famigerata legge iperliberista che con i suoi richiami all’imperativo della concorrenza ha favorito l’ingresso del capitale privato nei servizi pubblici.

L’INTERESSE PUBBLICO

Gli interessi delle multinazionali dell’energia sono stati fin qui ben garantiti dai vari governi succedutisi in questi ultimi anni.

Ora, la necessità del rinnovo delle concessioni venute a scadenza deve essere utilizzata per liberare il bene comune acqua dalle logiche di mercato e far valere gli interessi ambientali e socio-economici del territorio;  cosa possibile se si attivano  mobilitazioni che pongono nel confronto con le istituzioni, le forze politiche e le società alcuni obiettivi  da declinare in una piattaforma rivendicativa che metta al centro: responsabilizzazione dei concessionari su manutenzione/ripristino del territorio e tutela degli ecosistemi

controllo sull’uso delle risorse idriche messa in sicurezza degli impianti e ammodernamento degli stessi nel quadro della transizione ecologica e della decarbonizzazione

compensazione ai territori su cui gravano gli impianti a partire dalla richiesta che le società paghino quanto stabilito nelle concessioni

PER UNA RIPUBLICIZZAZIONE

Oggi il dibattito pare circoscritto fra chi parteggia per il rinnovo delle concessioni scadute a vantaggio degli attuali gestori e chi invece propone la messa a gara di tali concessioni.

 Noi crediamo che l’obiettivo di far prevalere l’interesse pubblico su quello delle multinazionali dell’energia che oggi sfruttano territori e natura per i propri obiettivi di profitto richieda un salto di qualità nella discussione e nelle proposte.

 In molti paesi europei- vedasi Francia- già ora la produzione idroelettrica è “proprietà” dello Stato. 

Pur consapevoli delle difficoltà nell’ attuale contesto politico culturale pensiamo possibile creare un consenso intorno alla parola d’ordine della ripubblicizzazione del bene comune acqua.

L’obiettivo di un pubblico efficiente, democratico, controllato dal basso può e deve tornare ad essere credibile.

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea, Federazione provinciale di Sondrio.