RIFONDAZIONE: A PROPOSITO DEL PRONTO SOCCORSO DEL SANT’ANNA DI COMO
I giornali descrivono una situazione di grande sofferenza e disagio al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’ Anna di Como, da un lato un’affluenza eccezionale, pur non essendo in una fase pandemica, che costringe i pazienti a lunghe attese, dall’altro il rilievo finale che il 60% delle diagnosi sono verdi e anche bianche, cioè sono problemi che possono non essere risolti in ospedale.
Ma queste conclusioni sembrerebbero aprire un contrasto fra personale del Pronto Soccorso che lavora con le forze a disposizione (ci piacerebbe sapere se l’organico è al completo e le lavoratrici e i lavoratori sono stabili e dipendenti tutti dal servizio pubblico) e la presunta irresponsabilità dei pazienti che si recano in un luogo improprio per risolvere i loro problemi di salute.
In realtà ciò che accade è dato dalla crisi strutturale della sanità pubblica, se mancano i medici di base, i pediatri di libera scelta, se per avere una visita specialistica ci vogliono mesi e mesi, a meno che non si sborsino dei quattrini per andare nella sanità privata o nell’intramoenia, la soluzione è quella di andare al Pronto Soccorso.
Non si colpevolizzino dunque i cittadini e le cittadine, ma si intervenga sulle logiche privatistiche, aziendalistiche e sui continui tagli con cui la Sanità è stata gestita in particolare in Lombardia: piano di assunzioni straordinario, riorganizzazione della medicina territoriale, più fondi alla Sanità da usare per riqualificare il Servizio Sanitario Pubblico e non da riversare nelle tasche dei privati
Non un soldo per finanziare il bilancio della cosiddetta Difesa e le armi da mandare in Ucraina, più fondi per la Sanità, che non è una merce ma un bene comune
Fabrizio Baggi, Segretario regionale Lombardia
Giovanna Capelli, Responsabile regionale Sanità Lombardia
Pierluigi Tavecchio, Segretario provinciale Como
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea