RIFONDAZIONE: SULLA SANITÀ I NODI VENGONO AL PETTINE
Perfino dagli incontri ufficiali organizzati dai responsabili sanitari della ASST di Como sulle sorti della struttura di Via Napoleona emergono con chiarezza i problemi gravissimi che Rifondazione Comunista da tempo denuncia:
1) L’inaugurazione della casa della Comunità è stata una pantomima elettorale, un bluff. Dietro la targa vi è il vuoto o quasi
2) I responsabili si sono già rassegnati e convinti che non può funzionare nel territorio il modello previsto di casa della Comunità dal D.M del 23 maggio N.77, che se interpretato secondo Costituzione e legge istitutiva del SSN dovrebbe inaugurare un nuovo modello sanitario di prossimità e un nuovo modo di lavorare in equipe dei professionisti sanitari a partire dalla centralità della prevenzione e della presa in carico globale di ogni paziente
3) Non si trova in due mesi l’adesione dei Medici di Medicina Generale e quindi non si insiste, si passa ad altro, che in realtà è quello che si voleva, aprire a soggetti privati “nella speranza che trovino spazio altre offerte sanitarie”.
Così per ora si offre come paravento alla privatizzazione e allo snaturamento del progetto un punto di riferimento al famoso terzo settore, al volontariato.
Le case della Comunità devono avere l’organico previsto dalla legge, devono essere pubbliche e gestite in relazione al territorio, ai cittadini e alle cittadine del territorio, con momenti di democrazia e di rappresentanza che non si esauriscono certamente attraverso le associazioni del volontariato, cui va destinato rigorosamente un compito di solidarietà aggiuntivo e non sostitutivo del ruolo pubblico.
Su questo continueremo a batterci, come Partito e dentro il movimento di difesa della Sanità Pubblica.
Fabrizio Baggi, Segretario regionale Lombardia
Giovanna Capelli, Responsabile regionale Sanità Lombardia
Pierluigi Tavecchio, Segretario Provinciale Como
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea