LA CLASSIFICA ANNUALE SULLA QUALITÀ DELLA VITA STILATA DAL “SOLE 24 ORE” VEDE MILANO RETROCESSA DAL SECONDO ALL’OTTAVO POSTO, A LIVELLO NAZIONALE:

Leggendo i dati, si scopre che Milano è prima per “affari e lavoro” e trentanovesima per “ambiente e servizi” (dove scende di ben 37 posizioni). Niente male per una città “green”!

Il migliore indicatore in assoluto è il primo posto in “prezzo medio di vendita delle case”, considerando un alloggio nuovo semicentrale: 5.200 euro al metro quadrato. Un dato che confligge clamorosamente con l’impennata degli affitti, la cui incidenza, dice il dossier, arriva a toccare il 60% del reddito. Non si fatica a crederlo, dato che un’immobiliare ha certificato un incremento medio annuo del 17% dei canoni, cui vanno aggiunte le spese condominiali, che non sono certo restate al palo.

Oltre a queste rilevazioni, ci sono ormai evidenze scientifiche che testimoniano che il rafforzamento di queste dinamiche dei costi nel settore dell’abitare si è verificato a partire dal 2019, anno di partenza dell’operazione Olimpiadi, e poi si è corposamente potenziato: le tabelle in allegato provengono da uno studio di Stefano Lucarelli, dell’Università di Bergamo. La prima è relativa ai prezzi medi delle case, mentre la seconda fotografa l’insostenibilità degli affitti sulla base dei quartieri di residenza, calcolata per famiglia monoreddito senza figli: su un totale di 35 nuclei territoriali, 22 (tutti nella fascia urbana esterna: sono quelli presenti nella parte alta del grafico) sono al di sopra dell’indice 1, quello della sostenibilità. Un processo che viene da lontano, da Expo 2015.

Stefano Nutini, Coordinamento regionale del Prc/SE Lombardia “NO Olimpiadi 2026”