BAGGI/CAPELLI – (PRC-SE): FONTANA E GALLERA , PERCHÉ NON CI SONO IN LOMBARDIA LE 200 USCA, MA SOLO 46?

Partendo dal principio che la medicina territoriale, debilitata  da un ventennio di politiche regionali centrata sugli ospedali ,è la prima linea nell’ affrontare le nuove ondate di epidemia sono state istituite a livello nazionale le USCA , unità speciali di continuità assistenziale destinate alla assistenza domiciliare di pazienti che non richiedono ricovero ospedaliero o alla gestione domiciliare degli isolamenti fiduciari.

Queste Unità dovrebbero essere 200 in Lombardia( 1 USCA ogni 50.000 abitanti )    Ne sono state attivate solo 46 , che coprono il 20% della popolazione  10 sono per Milano e Lodi, 6 a Bergamo, 4 a Brescia dove dovrebbero essere 9, 5  su 7 a Pavia ,3 nella ATS Brianza,  4 nella ATS Montagna con  soli due medici ; ATS Insubria ne ha attivate sette, assolutamente insufficienti se si pensa che solo Como ne dovrebbe avere 12 e Varese 18 –  Nella ATS  Valpadana dovrebbero esserci 15 Unità e ce ne sono solo 7 tra Cremona,Crema  Soresina , Alto e Basso Mantovano e una fra Casalmaggiore e Viadana. Calcolando che ogni Usca operativa ha effettuato in media una visita e mezza al giorno e non certo per mancanza di malati ma per la mancata costruzione di una struttura apposita di coordinamento fra ospedale e territorio e USCA,  è necessario al più presto procedere al completamento di queste unità con  personale stabile e con una adeguata programmazione del loro lavoro. Il Governo deve chiedere conto di questa inadempienza ricordando che è diffusa la richiesta di commissariare la Sanità Lombarda e di abrogare la Legge regionale 23.

La Sanità non è una azienda, la salute non è una merce,

Milano, 22/10/2020

Fabrizio Baggi – segretario regionale Lombardia

Giovanna Capelli – responsabile sanità Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea